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“Bottega teatrAle”: riflessioni sui laboratori di teatro per i bambini e i ragazzi dai 5 ai 14 anni

Nel pensare al termine bottega si immagina sempre un luogo specifico: un laboratorio, un’officina dove lavora un artigiano. Se, invece, nella propria ricerca ci si imbatte nel significato etimologico il riferimento cade su un’altra parola: magazzino, un luogo che preserva e tutela dallo scorrere del tempo, che mantiene vivo il ricordo e custodisce un bene.
Mi piace pensare alla “Bottega TeatrAle” come ad un magazzino, come ad un luogo dove imbattersi nei più svariati ritrovamenti e, in questo caso, non parliamo certo di oggetti.
Un magazzino di anime, di corpi, di storie, di luoghi e di facce di bambini, di ragazzi, di giovani e di mamme. Un magazzino dell’immaginario e dell’immaginabile dove le persone hanno deciso insieme di condividere una grande avventura all’insegna del teatro e della comunità che intorno ad esso ruota.
I bambini ed i ragazzi sono parte integrante di questo progetto. Utilizzano e sperimentano i linguaggi dell’arte che diventa pretesto, gioco, strumento e al contempo ingranaggio per accedere a nuovi linguaggi. Il teatro diventa un contenitore inesauribile di storie e suggestioni e di pura emozione.
Durante questi mesi di laboratorio teatrale un bambino o un ragazzo che si trova in teatro è attratto da tutti quei dettagli e quei particolari che colpiscono il suo immaginario non dalla visione ufficiale di un’opera teatrale. Nel laboratorio si incontrano forme semplici di intrattenimento e di vita, si gioca con la propria immagine, si dialoga con i compagni e con gli oggetti, si costruiscono maschere per il teatro, si recitano nuovi ruoli e nuovi personaggi, si impara a leggere la storia e a guardarla da tanti diversi punti di vista, ci si imbatte in un’ arte antica, si incontra l’osservazione e l’ascolto, si sperimentano varie tecniche partendo dall’uso libero, personale e creativo del materiale che hai vicino ai tuoi occhi e alle tue orecchie, sotto le tue mani, al fianco di qualcuno che fino a l’altro ieri neanche conoscevi. E il corpo diventa, insieme con la mente, armonioso strumento di espressione, di relazione, di scoperta e creazione; si sperimenta la voce e il silenzio, l’imitazione del conosciuto e dello sconosciuto, il lavoro di gruppo e quello individuale, la comunicazione e la concentrazione, l’apertura agli altri e l’attenzione a sé. Le dinamiche del gioco-teatro confluiscono tutte tra di loro – la lingua, il corpo, il suono, lo spazio e il tempo – facilitando i processi di identificazione e di articolazione.
L’Educazione alla Teatralità parte dalla certezza che ogni soggetto ha una propria pre-espressività naturale che lo caratterizza in modo particolare, anche se non se ne è consapevoli. Prenderne coscienza significa conoscere se stessi. Questo implica la voglia e l’intenzione di mettersi in gioco, di andare alla ricerca e alla scoperta di sé in modo profondo.
Beh…quante cose in magazzino!
Peppe Coppola

Docente dei laboratori

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