il significato della vita
Alessandro da qualche mese non è più "con" noi. Però è sempre "tra" noi. Sembra una contraddizione, ma non lo è. Il suo modo di essere con noi è il corto circuito di amore e solidarietà che ha creato tra noi amici, adulti con adulti, ragazzi con ragazzi, ragazzi con adulti, genitori con figli. Queste le piantine di Ale che hanno già germogliato! E questo - forse – il significato della vita che, anche intrecciandosi con la morte, ne esce in qualche modo rinnovata in un groviglio di sentimenti e di emozioni: dolore e gioia, fallimento e speranza, sogni e ricordi, mestizia e prepotente desiderio di vita, un ottovolante di emozioni e sensazioni, una contaminazione del cuore e dell'anima impossibile da arrestare, senza un ordine, una regola, un inizio e una fine. Come il giorno che sussegue alla notte, che precede il giorno ... e così via, in un fluire senza fine, cui abbandonarsi con dolcezza per tutto quello che è, che siamo noi esseri umani, per il significato della vita, impossibile da afferrare o forse solo da definire. Perché così è, e basta.
Gianpaolo
Perché, come dice Josè Saramago:
"Il viaggio non finisce mai.
Solo i viaggiatori finiscono.
E anche loro possono prolungarsi in memoria, in ricordo, in narrazione.
Quando il viaggiatore si è seduto sulla sabbia della spiaggia e ha detto: “Non c’è altro da vedere”, sapeva che non era vero.
Bisogna vedere quel che non si è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in primavera quel che si è visto in estate, vedere di giorno quel che si è visto di notte, con il sole dove la prima volta pioveva, vedere le messi verdi, il frutto maturo, la pietra che ha cambiato posto, l’ombra che non c’era.
Bisogna ritornare sui passi già dati, per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini.
Bisogna ricominciare il viaggio.
Sempre.
Il viaggiatore ritorna subito."